Coronavirus: i controlli anti-contagio da fare alla riapertura delle aziende

Pulizia e sanificazione dei locali aziendali, affissione di volantini informativi per i dipendenti (si veda la bozza di REGOLAMENTO INTERNO AZIENDALE in allegato), definizione delle modalità di ingresso dei lavoratori e dei soggetti esterni, precauzioni igieniche e fornitura di dispositivi di protezione individuale, quali guanti e mascherine, prescrizioni dettagliate per la gestione di spazi comuni con limitazioni al minimo degli spostamenti all’interno dell’azienda, utilizzo per quanto possibile delle modalità di lavoro agile, o in alternativa almeno una rimodulazione dei livelli produttivi, anche attraverso un piano di turnazione dei dipendenti dedicati alla produzione, riunioni ma solo attraverso collegamento a distanza, indicazioni sui comportamenti da avere in caso di sintomatologia compatibile con il Covid-19. Sono le precauzioni idonee per la messa in sicurezza dei luoghi di lavoro e per la sussistenza di adeguati livelli di protezione dei lavoratori necessarie per riaprire le aziende nella fase 2 dell’emergenza Coronavirus.

 Gentili Clienti,

In virtù del prossimo avvio della fase 2, che permetterà la riapertura graduale delle aziende già dalle prossime settimane, la Prefettura ha predisposto una serie di controlli sul rispetto, da parte delle aziende, del protocollo anti-contagio. Tra gli organi deputati ai controlli nelle aziende, non poteva non avere un ruolo chiave l’Ispettorato del lavoro. Al fine di chiarire l’ambito di questi controlli, l’Ispettorato Nazionale del Lavoro ha emanato, per i propri ispettori, la nota n. 149 del 20 aprile 2020, con la quale ha fornito una check list sulle verifiche che dovranno essere effettuare, su richiesta della Prefetture, sulle modalità di attuazione, da parte dei datori di lavoro (industriali e commerciali), delle procedure organizzative e gestionali oggetto del Protocollo sottoscritto dal Governo, il 14 marzo 2020, con le parti sociali (associazioni dei datori di lavoro e sindacati).

Si tratta di una serie di precauzioni idonee per la messa in sicurezza dei luoghi di lavoro e per la sussistenza di adeguati livelli di protezione dei lavoratori.

Vediamo quali sono le prescrizioni indicate nel Protocollo del 14 marzo 2020 e che saranno oggetto di verifica da parte degli organi di vigilanza. Ricordo che tutte le evidenze che saranno raccolte durante la verifica ispettiva in azienda saranno allegate ad un verbale di accesso e verifica, denominato Covid-19, e inviate alla Prefettura competente, affinché possa adottare, qualora siano presenti omissioni o difformità rispetto al modus operandi previsto per le aziende dal Protocollo 14 marzo 2020, gli eventuali provvedimenti di competenza, anche di carattere interdittivo, in capo all’azienda.

Pulizia e sanificazione dei locali aziendali

Affinché l’azienda possa continuare la propria attività lavorativa e quindi ricevere, al proprio interno, i lavoratori, deve svolgere una sanificazione periodica, con adeguati detergenti, dei locali, degli ambienti, dei reparti produttivi, delle postazioni di lavoro e delle aree comuni e di svago. In particolare, dovranno essere periodicamente sanificate attrezzature utilizzate da più lavoratori, come tastiere di computer, schermi touch screen, mouse, telefoni, ecc.

Inoltre, dovrà essere prevista una pulizia completa giornaliera. Pulizia che dovrà essere ripetuta, all’interno della giornata, qualora l’azienda svolga l’attività su più turni di lavoro. Infatti, dovrà essere replicata alla fine di ogni turno.

Nel caso in cui il datore di lavoro dovesse accorgersi della presenza di una persona con COVID-19 all’interno dei locali aziendali, dovrà effettuare procedure di sanificazione approfondite dei locali dove ha stazionato, attraverso una pulizia accurata delle superfici ambientali con acqua e detergente, seguita dall’applicazione di disinfettanti comunemente usati a livello ospedaliero, come l'ipoclorito di sodio - 0.1% -0,5% così come suggerito dall’OMS. Una volta proceduto a disinfettare gli ambienti, questi dovranno poi essere oggetto di ventilazione, così come spiegato dal Ministero del Salute, nella circolare n. 5443 del 22 febbraio 2020.

Informazioni

L’azienda deve informare, con modalità efficaci, tutti i lavoratori e chiunque entri in azienda circa le disposizioni delle Autorità, consegnando e/o affiggendo all’ingresso e nei luoghi maggiormente visibili dei locali aziendali, appositi dépliant informativi. In particolare, nel volantino informativo, l’azienda dovrà indicare:

- il divieto all’ingresso nei locali aziendali qualora la persona abbia febbre oltre 37.5° o altri sintomi influenzali tali da richiedere l’intervento medico,

- l’obbligo per il soggetto di dichiarare tempestivamente uno stato febbrile o comunque influenzale, che dovrà comportare l’allontamento dalle altre persone e dai locali aziendali e l’obbligo di permanenza presso il proprio domicilio oltre che l’informativa alle autorità mediche competenti,

- l’impegno, per il soggetto, a rispettare tutte le disposizioni che l’azienda ha emanato per coloro i quali accedono nei locali aziendali. In particolare, mantenere la distanza di sicurezza, indossare i dispositivi di protezione individuale (es. mascherina e guanti) e tenere comportamenti corretti sul piano dell’igiene,

- il divieto di accesso in azienda a coloro i quali abbiano, negli ultimi 14 giorni, avuto contatti con soggetti risultati positivi al COVID-19.

In allegato viene proposta uno schema di REGOLAMENTO INTERNO AZIENDALE da notificare a tutti i lavoratori e/o esporre nei locali aziendali. Ovviamente tale bozza dovrà essere integrata/modificata in modo da personalizzare il regolamento alle specifiche caratteristiche della propria attività.

Modalità di ingresso in azienda di soggetti esterni

Ulteriori prescrizioni, il Protocollo del 14 marzo 2020, le evidenzia in caso di accesso di soggetti esterni all’azienda, qualora abbiano con essa eventuali rapporti. Dette prescrizioni si estendono anche alle aziende appaltatrici laddove esista un contratto di appalto all’interno dei siti e delle aree produttive dell’azienda committente.

Vediamo quali indicazioni fornisce il protocollo alle aziende per ridurre il rischio di contagio:

- limitazione dell’accesso dei visitatori ai soli casi necessari (esempio: impresa di pulizie, manutenzione, ecc.). Detti soggetti dovranno, comunque, seguire tutte le regole aziendali, ivi comprese quelle per l’accesso ai locali aziendali,

- individuazione, per l’accesso di fornitori esterni, di procedure di ingresso, transito e uscita, mediante modalità, percorsi e tempistiche predefinite, al fine di ridurre le occasioni di contatto con il personale in forza nei reparti/uffici,

- divieto, da parte degli autisti dei mezzi di trasporto, di accedere agli uffici,

- distanza minima di un metro qualora, per gli autisti, sia necessario svolgere attività di approntamento delle attività di carico e scarico,

- individuazione o installazione di servizi igienici dedicati a soggetti esterni all’azienda (es. fornitori, trasportatori, ecc.), con relativo divieto di utilizzo, per questi ultimi, dei servizi igienici utilizzati ordinariamente dal personale dipendente. Per tutti i servizi igienici deve essere garantita una adeguata pulizia giornaliera,

Norme igieniche e dispositivi di protezione individuale

L’azienda dovrà verificare che le persone presenti in azienda adottino tutte le precauzioni igieniche, in particolare la pulizia delle mani e l’uso di detergente igienizzante. A tal scopo dovrà mettere a disposizione, in tutti i locali aziendali, idonei detergenti e raccomandare una frequente pulizia delle mani con acqua e sapone. Sarà cura del datore di lavoro informare il proprio personale affinché utilizzi dette precauzioni igieniche.

Il datore di lavoro dovrà fornire ai propri lavoratori e, in generale, a tutte le persone che vorranno accedere in azienda, dispositivi di protezione individuale idonei a limitare il contagio; in particolare, guanti e mascherine. Per quanto riguarda le mascherine filtranti, secondo le indicazioni fornite dall’articolo 16, comma 2, del decreto legge n. 18/2020, queste potranno anche essere prive del marchio CE e prodotte in deroga alle vigenti norme sull'immissione in commercio.

Dette prescrizioni devono essere ulteriormente verificate dal datore di lavoro allorquando il lavoro imponga di lavorare a distanza interpersonale minore di un metro e non siano possibili altre soluzioni organizzative.

Gestione spazi comuni

Sono previste, per il datore di lavoro, prescrizioni anche per la gestione degli spazi comuni aziendali. Parliamo, ad esempio, dei locali mensa, degli spogliatoi, delle aree ristoro e delle aree fumatori.

L’accesso a questi spazi comuni deve essere necessariamente contingentato. I lavoratori dovranno occuparli per il tempo strettamente necessario al loro uso, al fine di farli utilizzare a tutti, e sempre mantendo la distanza di sicurezza minima di un metro tra le persone. Inoltre, detti locali dovranno essere continuamente areati e tenuti puliti, al fine di mantenere idonee condizioni igieniche sanitarie. Si dovrà provvedere anche alla sanificazione dei locali, con particolare riferimento a quegli strumenti di uso comune e che quindi sono utilizzati da tutti i fruitori. A titolo meramente esemplificativo, i tavoli dei locali mensa, piuttosto che le tastiere dei distributori di bevande.

Gestione di una persona sintomatica

Al fine di limitare al massimo i contagi, il datore di lavoro dovrà istruire i lavoratori sui comportamenti da avere in caso di sintomatologia compatibile con il Covid-19. In particolare, qualora il lavoratore abbia sviluppato febbre e sintomi di infezione respiratoria quali, ad esempio, la tosse, dovrà dichiararlo immediatamente all’ufficio del personale o, quanto meno, al proprio superiore. A quel punto l’azienda dovrà isolarlo ed avvertire le autorità sanitarie competenti e i numeri di emergenza per il COVID-19 forniti dalla Regione o dal Ministero della Salute (numero 1500).

Il passaggio successivo sarà quello di valutare eventuali possibili contatti stretti che il lavoratore ha avuto all’interno dell’azienda, così da allontanarli cautelativamente dai locali aziendali, consigliandoli, al contempo, di rivolgersi al proprio medico di famiglia per valutare il protocollo da seguire.

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